Firenze
Oh, cuore, sei ingrato!
Qui e’ tutto per te – e mandorli rosei,
E monti, sorti sopra l’Arno,
E l’odore di erbe, e lontani orizzonti in splendore.
Pero’, oh, vedente dei misteri dei giorni passati,
Il tuo sguardo segue penosamente
Schiere delle offese lasciate in eredita'
A te ed affogate nell'abisso senza fondo.
Tu hai bisogno delle altre parole.
Hai bisogno di un’altra epoca terribile .
Eccoti minacciosamente e' insorta la Signoria,
E davanti ad essa ce ne sono due roghi.
Un rogo come una pelle di leopardo,
Multiforme, eternamente nuovo.
Li' muore “Leda” di Leonardo
Tra sete, aromi e fragranze.
Un altro rogo, tetro e pesante,
Come un drago avvicinatosi furtivamente,
Sibila: “Invano Savonarola
Ha sconvolto la mia casa sovrana.”
Loro esultano, questi animali,
E tra di loro, abbassando gli occhi,
Un povero esiliato, Alighieri,
Con un lento incedere scende all'Inferno.
Qui e’ tutto per te – e mandorli rosei,
E monti, sorti sopra l’Arno,
E l’odore di erbe, e lontani orizzonti in splendore.
Pero’, oh, vedente dei misteri dei giorni passati,
Il tuo sguardo segue penosamente
Schiere delle offese lasciate in eredita'
A te ed affogate nell'abisso senza fondo.
Tu hai bisogno delle altre parole.
Hai bisogno di un’altra epoca terribile .
Eccoti minacciosamente e' insorta la Signoria,
E davanti ad essa ce ne sono due roghi.
Un rogo come una pelle di leopardo,
Multiforme, eternamente nuovo.
Li' muore “Leda” di Leonardo
Tra sete, aromi e fragranze.
Un altro rogo, tetro e pesante,
Come un drago avvicinatosi furtivamente,
Sibila: “Invano Savonarola
Ha sconvolto la mia casa sovrana.”
Loro esultano, questi animali,
E tra di loro, abbassando gli occhi,
Un povero esiliato, Alighieri,
Con un lento incedere scende all'Inferno.